Violenza di genere e bullismo, anno 2017 e oltre…
15 MAGGIO 2017
Bullismi. La radici culturali della violenza: conoscere, agire, educare, prevenire
(CORSO, PER/ CORSO, SOC/CORSO, IN/CORSO CON/CORSO)
Il sole del sabato all’improvviso sulle vetrate e sui fiordalisi, che piegano la corolla verso l’alto per seguire un grande fiore giallo.
Erba non falciata in giardino vibra morbida di pioggia e brulicante di attese. Tra le mura di ospiti di pensiero altro , si chiude la seconda edizione del Corso di perfezionamento dell’UniBg “Violenza di genere e bullismo”, con l’equipe di donne (veggenti,- tutoranti- e non solo) in progress (Greta, Alessia, Laura) coordinata da Cri, argonauta, nocchiera.
La splendida Isotta-Sophie (con un Tristano ectoplasma e un Re Marco incerto e prigioniero del possesso) il giorno prima ci aveva messo sull’avviso: ci sono un altro potere (come possibilità) e un’altra libertà di (come responsabilità con).
C’è, con il soffio nuovo dello studio 6 in S. Agostino/UniBg, molta Alilò in questa avventura, che ogni anno (anche il prossimo ?) si misura con l’evoluzione della ricerca, la generatività degli incontri, il procedere delle biografie.
Metodologia che – andando in meta- tiene eros con logos, pazienza del progettare con passione della prassi, rigore determinato della scienza e della drammaturgia con desiderio impetuoso di gilania e di oltre. Si incorporano consapevolezze, si destrutturano corazze, si apprendono alterità in/da sé.
Aspettative giovani e mature offerte ad altre composite e in-certe attese: processi generativi non subito misurabili con una customer satisfaction burocratica o un gioco di tamburi, ma da rinvenire nel tempo meno stretto di una stagione.
Stazione di un viaggio, partito dalla memoria, per rintracciare cammino di donne e uomini, fragilità comuni, riequilibrio del mutare tra generi: già sbuffa la locomotiva ecologica del pensiero che non si arrende, della verità che non abdica, della propulsione sociale al cambiamento che non desiste. Per scegliere sempre di ri-scegliere, per poter potere senza violenza, non solo per sé, per amori diversi che non siano alleanze di egoismi, ma patti di speranze.
Non possiamo sapere chi siamo se non sappiamo ciò che saremo.
E poi la quieta festa su una soglia indefinita ma irreversibile dall’oltre. Già la locomotiva addentra il bosco e tempi nuovi.