19 OTTOBRE 2017
Meeting Internazionale e performance “Tenerezza e violenza nel maschile” presso l’Università degli Studi di Bergamo. Per riflettere, indagare, sondare le maschilità. Tra trasformazioni, egemonie e subordinazioni
Aria stimolante in accademia (vendemmie di passioni in un grido d’estate in UniBg): strepitoso (sveglia consapevolezze, accoglie comunità di frontiera, riconosce coraggiose esplorazioni, genera un oltre di rete e di approdi) convegno internazionale. “Attraversamenti delle maschilità” .Approda qui ed ora il fervore, anche aliloista, dello “studio 6” di S. Agostino (appassionata enclave di ricerca, abitata da 3 donne di aspirazione/ispirazione gilanica, sulla frontiera tra città e contado). Trasforma un possibile rito in un desiderio di libertà che – anche dolorosamente – scuote, responsabilizza, ingaggia in un gioco che non ha spettatori o guardiani, perché tutti/e sono in campo senza cancelli.
Dubbi intrepidi: la crisi giustifica trasformazioni conservative? Eredità culturali e diversi contesti socio-economici sbriciolano muri ostruenti il vero? Come vino nuovo imprigionato in vecchie botti, antiche subordinazioni si perpetuano sotto vesti griffate dall’insapido politically correct?
Ma anche trepidi scatti: intersezioni che svelano, ruoli generativi che si manifestano, fratture di contesti scovati dagli occhi di bue di giovani indaganti.
E ancora: orme necessarie per mappe inedite, che diano passo certo a chi investiga il pensiero, a chi cerca le stelle , a chi offre/ soffre il cambiamento, a chi tesse speranza oltre la riparazione e la sconfitta.
Alimentazione reciproca tra il pulsare della vita di uomini e donne e lo sguardo plurimo e condiviso di menti, cuori, corpi. Per una pluralità avvenente e possibile del maschile, che nella sabbia dei calzari e nello sguardo all’orizzonte ricompone con la assorta leggerezza del femminile irrinunciabili diversità di storie narrate, ricchezze di generi in viaggio, uguali dignità da condividere nell’ impegno per/nel mondo con/per tutti/e. L’irregolarità irriga.
Ci hanno attraversato simboli ed astri, emozioni e paradigmi, volontà e desideri: primo terrazzamento di vitigni nuovi che guardano il mare senza dimenticare la collina: non c’è diavolo notturno, ma cura aperta per il lavoro dell’alba (sogni resilienti e mani già operose).
Senza dimenticare mai la tenerezza che risuona ogni volta – musica, canzoni, poetry- che l’ebbrezza dell’eros dà respiro e sangue alla perspicacia del logos. Nel chiostro antico memorie nuove sulla soglia della notte, per riprendere nel giorno la vibrazione crescente di un nuovo insieme. L’oltre non è solo il dopo.