La protagonista, Ashma, invita il pubblico a entrare nella sua casa, l’alloggio improvvisato di un campo profughi. Ashma è siriana, è fuggita coi figli da un attacco militare e ora si ritrova ospite a tempo indefinito di una situazione drammatica e irreversibile. Il campo è fatto dei ricordi amari di affetti lontani e perduti, di polvere e sporcizia. A sostegno della lotta di sopravvivenza di Ashma, accorrono gli amabili resti dei defunti ed una carovana di personaggi che condividono con lei il dolore della perdita, la vitalità della rabbia, il bisogno di una liberazione. Ashma libera le sue parole, si lascia andare a sfoghi, allegre divagazioni e canti. Infine si avvicina, mossa dal panico della fine, all’altro: la combattente curda, la dottoressa del campo, la vicina ammattita. L’ Altro è il prossimo che vive nel suo presente. E, come tale, rappresenta il suo tutto.