Là, dove la violenza si è fatta il nido

28 OTTOBRE 2018

 

(laboratorio in Unibg con Giuseppe Burgio lunedì 15 ottobre)

Scendere tra le radici; annusarle. Toccarle. Farsi toccare nella mente. Riposizionare ruoli, contesti, ragioni, storie. Aprire i cancelli della relazioni sociali, della missione della scuola, delle speranze per chi genera e per chi cresce ora. Questo ha fatto, con la perizia del formatore e la competenza del docente, Giuseppe Burgio da Palermo (Magna Grecia): lunedi 15 ottobre, università di Bg (Magna Padania), aula strabordante (oltre 300 studentesse/studenti, attenzione acuta e persistente, diffuso graffio di penne che tracciavano appunti importanti). Un pomeriggio, “tosto” e seducente, introdotto da Cristiana Ottaviano per Unibg e da Laura Mentasti per Alilò, prima che Giuseppe trasformasse suggestioni in domande, incertezze in possibilità, attese trepide e disagevoli in orientamenti intrepidi e aperti. 300 futuri/e operatori/trici di educazione “in corpore vili “del presente singhiozzante, hanno avuto il privilegio di partecipare ad una esplorazione che , cominciata dal coraggio nelle stanze della didattica, aggancia al conoscere il senso (identità, professione, responsabilità sociale).
C’è ancora speranza se questo succede in una Old City.

12 maggio: con-cluso (?) il corso Le radici culturali…

12 MAGGIO 2018

 
Apoteosi aliloista nel dinamico sabato di maggio: in un mix ad alta intensità logo-emotiva si vince una promessa, si compie un percorso. L’ultimo appuntamento congiunge (Cristiana e Laura con-ducenti) le trame tessute dalla prima sera di marzo -il Componimento sui generi(S) a Ranica- ad oggi. Infaticabile ed evolvente riflessione di coraggioso approccio, seducente e continua discontinuità di metodologie e linguaggi, fluida articolazione delle presenze chiamate in scena (di corpo, cuore, mente), desiderio finale che non ci sia (possa essere) fine a conoscenza e ri-conoscenza, a unicità dell’esistere e comunanza nel procedere, a impegno dei sé e responsabilità del territorio.
L’aula abitata dal crocchio di vitae mixtae: biografie di singolari domande e rappresentanze di istituzioni sensibili, attori/attrici sociali e attese personali, timidezze in ingresso e scioltezze in uscita sul mondo. A decostruire stereotipi, a ri-vedere la storia consegnata, ad aprire coevoluzioni possibili.
Rete non formale, che non irretisce anime ma libera opportunità. Inclinazione di un pensiero e-mozionante che fluisce: dall’albero della ricerca (che indaga tra memoria e futuro, Cristiana generante) al rizoma dell’ingaggio che pulisce lo sguardo da qui all’oltre. Competenze forti e generose (Sara Bonfanti, Giuseppe Burgio, Marco Maffi, Laura Mentasti, Aiuto Donna); e poi la bellezza del rappresentare (curata da Sophie Hames e Laura Mola e Mauro Danesi e Luigia Calcaterra); e poi le attenzioni fini e discrete (di Martina e Greta e Elena); e poi le risorse pluriverse portate, come focacce alla merenda condivisa sul prato che respira tra sole e pioggia, da chi -tutte e tutti- ha aderito all’invito che genera la festa consapevole. Ma non finisce qui ed ora: Alilò, futuro anteriore, vive.

Le radici culturali della violenza: terzo incontro

24 MARZO 2018

 
sabato 24 marzo: Giuseppe Burgio da Palermo, pedagogista coraggioso e gentile, coinvolge 32 partecipanti al 3° appuntamento del nostro corso di formazione LE RADICI CULTURALI DELLA VIOLENZA, in un intenso (arrotolante e srotolante) percorso di riflessione e rielaborazione, pedagogica e sociale, sui sentieri impervi degli stereotipi, dei bullismi, dei dispositivi di omologazione alla prevaricazione e alla subalternità. Per ri-centrare attenzioni su luoghi, figure, ruoli dell’educativo intergenerazionale, sulla necessità di ripensare l’opportunità democratica e civile della scuola e delle agenzie educative per disconnettere l’apprendere umanità dal presente torbido, per erodere il germe crudele e sommerso della violenza, dell’insulto, della sopraffazione, della rassegnazione adulta a delegare responsabilità e atrofizzare il coraggio della testimonianza. Direzione ostinata e contraria al vento malato che ci stringe al muro. Un pomeriggio di consapevolezze appassionatamente, efficacemente riconfermate e quindi vissute nel mettersi in gioco, da chi cerca radici per fare di ogni albero un’antenna, di ogni contatto una relazione, di ogni impegno un legame. C’è speranza se…

Tenerezza e violenza nel maschile a Boltiere: pensieri che…

25 NOVEMBRE 2017

 
Boltiere, Comune tra le torri (fuoco e gelo) di Zingonia e le cave ( nebbia e cemento) della Gera, chiama Alilò per il 25 novembre. Quattro donne (1 sindaca, 2 assessore – Cultura e politiche sociali, 1 bibliotecaria). Invece dei riti deprecatori del 25 novembre un’occasione di vedere da altre facce della luna: consapevolezze per la prevenzione, il maschile da mettere in cammino, educazione per “gilanizzare” il mondo e i suoi poteri. TENEREZZA E VIOLENZA NEL MASCHILE sfonda la coltre piovosa della pigrizia, rende testimonianza di echi sempre più forti, in testi e canzoni immette nuove tracce logo-emotive del cammino di un anno (tra ricerca, disseminazione, ingaggio pubblico).

Grande performance di Cristiana, Alessandro, Carlo, Stefano: nessuna distanza nella differenza tra cuori e canti, artisti e cittadine/i, intenzioni e attese.

Forse c’è speranza se questo succede qui, sui confini tra nebbie disidentitarie e resistenze tenaci: le scarpe rosse davanti allo stage possono calzare umanità da stasera (in-canto e applausi auto-confermanti) con più coraggio. Senza perdere né dolore né tenerezza, né speranza di amori giusti.

Tenerezza e violenza nel maschile a Boltiere (BG)

24 NOVEMBRE 2017

 
Concerto-conferenza per riflettere, attraversando e intrecciando eros e logos, sulla pluralità maschile, tra (in)aspettata tenerezza e (non naturale) violenza.

Giovedì 24 novembre 2017 alle 20:45

Alla vigilia dell giornata internazionale contro la violenza sulle donne Alilò futuro anteriore sarà a Boltiere (Bg) per riflettere sulle maschilità – rigorosamente al plurale – attraverso il concerto-conferenza “Tenerezza e violenza nel maschile“.

Un evento che, incrociando l’esecuzione dal vivo di brani musicali (soprattutto di cantautori italiani, in particolare Fabrizio De André) e la lettura di testi letterari e/o scientifici, vuole proporsi, in raffinato equilibrio tra eros e logos, come occasione di incontro e rislessione sulla pluriversità dell’universo maschile, per aumentare la consapevolezza dei maschi sulle proprie responsabilità rispetto alla violenza di genere, senza dimenticare quelle capacità, spesso celate (e/o negate, ma pur sempre sottilmente presenti), di tenerezza.

Ci troverete (e noi speriamo di trovare tutte, ma soprattutto tutti voi) venerdì 24 novembre alle ore 20:45, presso l’Auditorium comunale di Boltiere (Bg).

“Attraversamenti delle maschilità” Tra cura, corpi e pratiche

19 OTTOBRE 2017

Meeting Internazionale e performance “Tenerezza e violenza nel maschile” presso l’Università degli Studi di Bergamo. Per riflettere, indagare, sondare le maschilità. Tra trasformazioni, egemonie e subordinazioni

Aria stimolante in accademia (vendemmie di passioni in un grido d’estate in UniBg):  strepitoso (sveglia consapevolezze, accoglie comunità di frontiera, riconosce coraggiose esplorazioni, genera un oltre di rete e di approdi) convegno internazionale. “Attraversamenti delle maschilità” .Approda qui ed ora il fervore, anche aliloista, dello “studio 6” di S. Agostino (appassionata enclave di ricerca, abitata da 3 donne di aspirazione/ispirazione gilanica, sulla frontiera tra città e contado). Trasforma un possibile rito in un desiderio di libertà che – anche dolorosamente – scuote, responsabilizza, ingaggia in un gioco che non ha spettatori o guardiani, perché tutti/e sono in campo senza cancelli.

Dubbi intrepidi: la crisi giustifica trasformazioni conservative? Eredità culturali e diversi contesti socio-economici sbriciolano muri ostruenti il vero? Come vino nuovo imprigionato in vecchie botti, antiche subordinazioni si perpetuano sotto vesti griffate dall’insapido  politically correct?

Ma anche trepidi scatti: intersezioni che svelano, ruoli generativi che si manifestano, fratture di contesti scovati dagli occhi di bue di giovani indaganti.

E ancora: orme necessarie per mappe inedite, che diano passo certo a chi investiga il pensiero, a chi cerca le stelle , a chi offre/ soffre il cambiamento, a chi tesse speranza oltre la riparazione e la sconfitta.

Alimentazione reciproca tra il pulsare della vita di uomini e donne e lo sguardo plurimo e condiviso di menti, cuori, corpi. Per una pluralità avvenente e possibile del maschile, che  nella sabbia dei calzari e nello sguardo all’orizzonte ricompone con la assorta leggerezza del femminile irrinunciabili diversità di storie narrate, ricchezze di generi in viaggio, uguali dignità da condividere nell’ impegno per/nel mondo con/per tutti/e. L’irregolarità irriga.

Ci hanno attraversato simboli ed astri, emozioni e paradigmi, volontà e desideri: primo terrazzamento di vitigni nuovi che guardano il mare senza dimenticare la collina: non c’è diavolo notturno, ma cura aperta per il lavoro dell’alba (sogni resilienti e mani già operose).

Senza dimenticare mai la tenerezza che risuona ogni volta – musica, canzoni, poetry- che l’ebbrezza dell’eros dà respiro e sangue alla perspicacia del logos. Nel chiostro antico memorie nuove sulla soglia della notte, per riprendere nel giorno la vibrazione crescente di un nuovo insieme. L’oltre non è solo il dopo.

Violenza di genere e bullismo: andata e ritorno di…

24 LUGLIO 2017

Bullismi. La radici culturali della violenza: conoscere, agire, educare, prevenire

Nel prato del pensiero altro si era concluso il calendario formativo della seconda edizione del Corso di perfezionamento dell’Unibg VIOLENZA DI GENERE E BULLISMO. Un approdo arditamente e gilanicamente condotto da novelle argonaute (Greta, Alessia, Laura, al timone sul cassero intrepida lungi-mirante Cri), con appuntamento al porto per gli/le 11 naviganti il 5 luglio. Compito pattuito: restituire – con persistente invito a intrecciare eros e logos- l’appreso, il compreso, l’intrapreso.

Dopo una sosta per dare respiro al depositarsi consapevole del viaggio e dei contesti tangenti, a ciascuno/a navigante, in perfomance solitaria o condivisa, è chiesto di proporre ri-narrazioni del percorso, recupero di visioni, sistemazioni delle esperienze, possibilità di coraggio ed impegno nelle sabbie vorticose e nelle pietre pungenti della terraferma.

Il cielo implacabile grida arsura, ma nelle arcate antiche non si affloscia l’aliseo dell’avventura aliloista. Già – come per altri orti di intreccio tra vita e progetto, tra cuore e scienza- menti gagliarde inscritte in membra momentaneamente stanche, cominciano da qui a tracciare, con punta fine e e pensiero complesso, su più certe mappe, più inedite rotte per la nuova stagione.

Perché dai viaggi che svelano si torna solo per ri-partire. Con scandagli a doppio filo, con transizioni da spiagge magnetiche, con dilatato spettro di sguardo dal cassero.

In attesa di generatività da nuovi incontri: attese inquiete, biografie evolventi, professioni sociali, passioni civili, ingaggi culturali, rappresentazioni dell’alterità nel sé e del sé nell’alterità.

Perché non si arresti il coraggio di chi osa patti di speranze, invece di alleanze di egoismi; ri-conoscenza di vulnerabilità comuni, invece di identità dis-fatte.

Abbiamo forse imparato a credere – ancora e magari in direzione ostinata e contraria- nell'”oltre” che l'”in” ha generato, non per dionisiaca ebrezza ma per sublime amplesso.

Respiro di verità mai definita, ma possibile.

Buona estate, scrutatori/trici apotropaici/che di confini terracquei e moti cardiaci. Con le vele gonfie di Argo con cura rimessa in mare, andiamo con Giasone: è tempo di transumanar. Per chi cammina con un solo calzare…

Violenza di genere e bullismo, anno 2017 e oltre…

15 MAGGIO 2017

Bullismi. La radici culturali della violenza: conoscere, agire, educare, prevenire

(CORSO, PER/ CORSO, SOC/CORSO, IN/CORSO CON/CORSO)

Il sole del sabato all’improvviso sulle vetrate e sui fiordalisi, che piegano la corolla verso l’alto per seguire un grande fiore giallo.
Erba non falciata in giardino vibra morbida di pioggia e brulicante di attese. Tra le mura di ospiti di pensiero altro , si chiude la seconda edizione del Corso di perfezionamento dell’UniBg “Violenza di genere e bullismo”, con l’equipe di donne (veggenti,- tutoranti- e non solo) in progress (Greta, Alessia, Laura) coordinata da Cri, argonauta, nocchiera.
La splendida Isotta-Sophie (con un Tristano ectoplasma e un Re Marco incerto e prigioniero del possesso) il giorno prima ci aveva messo sull’avviso: ci sono un altro potere (come possibilità) e un’altra libertà di (come responsabilità con).
C’è, con il soffio nuovo dello studio 6 in S. Agostino/UniBg, molta Alilò in questa avventura, che ogni anno (anche il prossimo ?) si misura con l’evoluzione della ricerca, la generatività degli incontri, il procedere delle biografie.
Metodologia che – andando in meta- tiene eros con logos, pazienza del progettare con passione della prassi, rigore determinato della scienza e della drammaturgia con desiderio impetuoso di  gilania e di oltre. Si incorporano consapevolezze, si destrutturano corazze, si apprendono alterità in/da sé.
Aspettative giovani e mature offerte ad altre composite e in-certe attese: processi generativi non subito misurabili con una customer satisfaction burocratica o un gioco di tamburi, ma da rinvenire nel tempo meno stretto di una stagione.
Stazione di un viaggio, partito dalla memoria, per rintracciare cammino di donne e uomini, fragilità comuni, riequilibrio del mutare tra generi: già sbuffa la locomotiva ecologica del pensiero che non si arrende, della verità che non abdica, della propulsione sociale al cambiamento che non desiste. Per scegliere sempre di ri-scegliere, per poter potere senza violenza, non solo per sé, per amori diversi che non siano alleanze di egoismi, ma patti di speranze.
Non possiamo sapere chi siamo se non sappiamo ciò che saremo.

E poi la quieta festa su una soglia indefinita ma irreversibile dall’oltre. Già la locomotiva addentra il bosco e tempi nuovi.

Adolescenza, amore, identità sessuale al Liceo “A. Calini” di…

3 MAGGIO 2017

Parlare e confrontarsi su adolescenza, amore ed identità sessuali per andare oltre gli stereotipi di genere e sessualità

Mercoledì 3 maggio entreremo nel liceo scientifico “A. Calini” di Brescia per approfondire i temi legati a: amore e identità sessuali in adolesceza.

A guidare la discussione con gli/le studenti saranno: Adelaide Baldo (medico psicoterapeuta) e Giorgia Vezzoli, (scrittrice); coordinate dalla presidente del Consultorio famialiare Rosangela Comini.

L’iniziativa è rivolta solo alle e agli studenti del liceo ed è promossa da Consultorio Familiare Onlus di Brescia e Alilò futuro anteriore.

L’immagine utilizzata per questo post è tratta dalla copertina di G. Vezzoli (2016), “Ti amo in tutti i generi del mondo”, Giraldi Editore, Bologna.

Componimento sui generi(S): Calvenzano, 29 aprile 2017

2 MAGGIO 2017

La high road A 35 è deserta; il teatro della comunità del villaggio nella low Begramaschian land si anima di uomini, donne, adolescenti nella sera un po’ dolente della primavera sotto sforzo. Ci ha portato lì l’invito/scommessa di un infaticabile pro-vocatore socio-culturale di narrazioni; come noi in scuola, agorà, strade, sogni, biografie.
Il componimento non è mai uguale alla volta precedente e a quella futura: assorbe atmosfere, misura i perimetri, misura il tragitto – verso l’alto e verso il basso tra l’in e l’oltre – di minuscole mongolfiere che generano domande, incertezze, proiezioni, rivelazioni ed in-fine consapevolezze, da riportare qui con/tra noi perché il passato non diventi destino e il presente non ci divori.
Team sublime stasera; Mauro, Sophie, Luigia in scena, e Lilith-Cri a chiudere la seducente performance e aprire con giovane scioltezza, appassionata competenza ed emozionante esposizione (del sé, del noi, dell’impegno) il dialogo con storie, coscienze, paure pluriverse.
Prima missione di Alilo’ e terza missione dell’Accademia con-vivono: tutt* e ciascun* cellule etiche, sofferenti sognanti, indomabili (al fato e al capitale) generanti nuovi mondi possibili,  varchi istituenti per nuove umanità al di là del sipario dei poteri di pietra, pigrizia, interesse e sangue.

In uscita complimenti veri al coraggio di chi ha portato qui una tenda aperta a voci e cuori;  battito di lucciole appena accese al di là di una strada sorda e silente. La High (!?) way non ha  carburante, finisce nel nulla informe che inquina il tutto proteiforme. Dirci ci salva.